Il ricordo di Roland Ratzenberger

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  1. PAESEDEYBALOCCHI
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    30 aprile 2013 – Nei giorni in cui si onora la memoria di Ayrton Senna, è doveroso ricordare anche l’altra vittima di quel tragico week end di Imola 1994, l’austriaco Roland Ratzenberger.


    Roland Ratzenberger Simtek GP Pacifico 1994


    Un pilota che in F1 ci è arrivato da solo, sudandosi di fatto l’ambito traguardo con tanto sacrificio e dedizione. Anche se non era un campionissimo, Roland resta un esempio per tutti. Passione e voglia di riuscire sono state determinanti, per superare le difficoltà economiche che la professione di pilota impongono da sempre, a chi si vuole cimentare in questa disciplina e non possiede solide basi economiche.


    Un pensiero speciale va per tutti questi motivi a Ratzenberger, che dell’amore per le corse aveva fatto la propria ragione di vita. Il giorno che debuttò in F1, era al settimo cielo solo per il fatto di essere finalmente riuscito a coronare il suo sogno dopo tante rinunce. Non importa che ci fosse arrivato tardi e che guidasse una modesta Simtek, lui la F1 se l’era guadagnata con il sudore della fronte e di diritto se la meritava più di tanti altri arrivati solo per la valigia.




    La vita


    Roland Ratzenberger, era nato a Salisburgo in Austria il 4 Luglio del 1960 e sin da giovanissimo si era appassionato alle competizioni automobilistiche.

    Da ragazzo Roland, aveva iniziato a correre in Germania nei locali campionati di F.Ford partecipando a varie gare tra il 1983 e il 1985, dove conseguì anche delle interessanti vittorie. Successivamente cominciò a gareggiare anche in Gran Bretagna, dove prese parte al prestigioso Brands Hatch Formula Ford Festival, una sorta di Champions League della categoria, arrivando secondo nel 1985 e cogliendo la vittoria l’anno dopo (1986).


    Roland Ratzenberger Le Mans 1992 Toyota



    Ma per entrare nel mondo che conta, Roland decise di tentare la sorte con il passaggio alla F3 inglese, dove riuscì a ben figurare, senza però impressionare le grandi scuderie della F1. Nessuno infatti si accorse di questo ragazzo austriaco, dotato di poca valigia ma di molta passione, che da sola valeva più di tanti talenti.

    Nel 1987 Ratzenberger, aveva partecipato anche alla 24 Ore di Le Mans con una Porsche 962, insieme a Maurizio Sandro Sala e Walter Lechner. L’equipaggio fu però costretto al ritiro dopo la terza ora, non riuscendo quindi a vedere la bandiera a scacchi. Roland, corse altre quattro volte a Le Mans, nel 1990, 1991, 1992 e 1993.

    Negli anni ’90, Ratzenberger emigrò verso oriente e più precisamente, nel campionato giapponese di Formula Nippon. Nella terra del Sol Levante, nel 1990 e 1991, riuscì a vincere anche alcune gare imponendosi all’attenzione dei media e del pubblico locale. Forte di questa esperienza, nel 1992 ci fu il ritorno alla F3 europea, ma anche questa volta i piazzamenti ebbero alterne fortune in corrispondenza della scarsità dei mezzi tecnici a disposizione. Il risultato di tutto ciò, fu un settimo posto nella classifica generale di quella stagione.

    Nel 1993 continuò con la serie cadetta inglese, dove purtroppo si piazzò solo undicesimo. Esito ben diverso ebbe invece la sua ultima partecipazione alla 24 Ore di Le Mans (1993), in cui a bordo di una Toyota 93C-V, conquistò il quarto posto assoluto e la vittoria in classe C2 insieme al nostro Mauro Martini e Naoki Nagasaka.



    Roland_Ratzenberger_Simtek



    Nel 1994 finalmente si realizzò il sogno di una vita: infatti la neonata scuderia britannica Simtek, creata dal giovane tecnico ex March Nick Wirth, gli diede la possibilità di debuttare per la prima volta in F1. Roland disputò il suo primo GP a Interlagos in Brasile, dove però non riuscì a qualificarsi. Successivamente corse in Giappone ad Aida, dove grazie anche alle sue precedenti esperienze nel terra dei samurai, riuscì a concludere la gara in undicesima posizione.




    L’incidente di Imola




    Successivamente, Ratzenberger prese parte alle qualifiche del Gran Premio di San Marino a Imola del 1994, per quella che sperava potesse essere la sua seconda partenza in una gara iridata. Nella giornata di sabato 30 aprile, Roland effettua un tentativo di qualifica, ma compie un errore alla chicane delle Acque Minerali uscendo leggermente di pista e non accorgendosi forse di aver danneggiato l’ala anteriore.

    L’austriaco considerando che la monoposto non abbia subito danni, passò ugualmente sul traguardo facendo segnare il suo tempo. Il giro successivo, non rientrando ancora ai box, mentre affrontava la velocissima curva Villeneuve a oltre 300 Km/h, si schiantò all’esterno della stessa a causa della rottura dell’alettone. Il pezzo cedette probabilmente per le sollecitazioni, staccandosi dal pilone di sostegno e finì sotto le ruote, impedendo quindi alla monoposto di avere direzionalità in curva.




    Imola 30 aprile 1994 incidente Ratzenberger




    La Simtek Ford di Ratzenberger, si schiantò a velocità folle contro il muro di contenimento esterno e dopo ben sei testacoda si arrestò in mezzo alla pista. La brusca decelerazione e il fortissimo impatto, ridussero in fin di vita il pilota che perse immediatamente conoscenza. Si capì subito che la situazione era drammatica, perché appena la macchina cessò di muoversi, la testa dell’austriaco si appoggiò sul lato sinistro dell’abitacolo, dondolando in maniera innaturale.

    Estratto dalla macchina ormai esanime dai “Leoni della Cea”, a Roland venne praticato un massaggio cardiaco. Immediatamente venne trasportato in elicottero all’ospedale Maggiore di Bologna, ma dopo sette minuti dall’arrivo al pronto soccorso, Ratzenberger morì per la frattura alla base del cranio che aveva riportato come conseguenza dell’eccessiva decelerazione.




    Roland Ratzenberger Imola 1994




    Nei giorni seguenti però si apprese che Ratzenberger, morì sul colpo, come confermato dall’autopsia. Nonostante avesse la spina dorsale spezzata, si cercò comunque di rianimarlo per poterlo trasportare in elicottero all’ospedale, dove come detto, fu dichiarato il decesso nei minuti successivi al suo arrivo. Questo episodio innescò una profonda polemica, perché si sa che quando una persona muore durante una competizione sportiva, l’impianto deve essere sottoposto a sequestro, con ovvia sospensione dell’evento in questione. Invece, con l’artificio della “ritardata morte” di Ratzenberger, la Formula 1 non rinunciò al proprio business continuando a correre secondo copione. Un copione che si rivelerà nefasto per quel fine settimana all’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, dove il giorno successivo, il 1° maggio si vivrà un altro dramma che cambierà per sempre la storia di questo sport.


    Senna, quel sabato, fu l'unico, insieme a Berger, a presentarsi sul luogo dell'incidente. Era sconvolto. Si disse poi che aveva avvertito un presagio.



    Nota curiosa e beffarda: Ayrton Senna avrebbe voluto onorare Roland vincendo il Gran Premio di San Marino e sventolare durante il giro d’onore una bandiera austriaca, che si era fatto infilare dentro all’abitacolo della sua Williams poco prima del via. Ma il destino, aveva deciso un diverso e ben più tragico epilogo anche per l’asso brasiliano.



    Ciao Roland ti ricorderemo sempre così sorridente ed emozionato, come quando guidasti per la prima volta una F1, il sogno della tua vita







    Edited by PAESEDEYBALOCCHI - 1/5/2013, 13:58
     
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